Una lettura dell’industry 4.0

Una lettura dell’industry 4.0

Facciamo una passeggiata riflessiva sull’Industry 4.0 (di seguito per comodità anche I4.0) per chi ancora non ha avuto la possibilità o non ha potuto approfondire l’argomento, per questo di seguito vengono riportate alcune considerazioni che possono stimolare il lettore e comunque chi fa “impresa” per gli ulteriori approfondimenti del caso.

E’ indubitabile che l’I4.0 sta funzionando come fantastico elemento di catalizzazione d’attenzione e sono all’ordine del giorno, newsletter, articoli, eventi o corsi che vengono proposti all’insegna della quarta rivoluzione industriale.

Una testimonianza interessante da condividere la riporto in merito alla mia partecipazione ad un recente convegno quando in conclusione dei lavori sento due signori parlare e uno domanda all’altro: “Tu hai capito cosa possiamo fare?” e l’altro risponde: “Qualcosa si, ma voglio approfondire”. Probabilmente i due erano imprenditori che stavano immaginando come poter calare nelle proprie realtà quanto appena sentito durante le varie relazioni convegnistiche.

Tra le cose che sono state comprese, e fanno parte di quel “qualcosa” recepito sul mercato, c’è l’opportunità derivante tanto dalla legge di Stabilità 2019 (o di Bilancio 2019) quanto quella del 2020, per ottenere degli interessanti sgravi fiscali per investimenti innovativi ad elevato contenuto trasformativo che utilizzino le tecnologie digitali e una serie di beni strumentali in chiave 4.0 . Non entro nel merito dei benefici previsti (credito di imposta, super ammortamento e iper ammortamento), né dei valori nell’impegno di spesa che questi sottendono, perché c’è sovra abbondanza di testi e scritti che ne parlano.

Un’altra cosa che è stata compresa, è che alla fine di un percorso, periti, ingegneri o certificatori entrano in gioco per attestare che il bene acquisito possiede caratteristiche tecniche tali da farlo ricadere negli elenchi di cui agli allegati alle leggi di Bilancio e che è interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.

Sta di fatto che dopo aver recepito alcuni messaggi di scoramento e/o di incomprensione del fenomeno che alcuni imprenditori soprattutto nell’ambito delle PMI hanno manifestato, come i due portati in esempio sopra, è nata l’idea di voler contribuire nel far capire e proporre, quale potrebbe (e dovrebbe a mio avviso) essere l’approccio all’I4.0 da un punto di vista gestionale e di visione sistemica al problema.

Chi sta per concretizzare un piano di investimento verso il 4.0, deve tener presente che:

  • non si sta parlando solo di introdurre un macchinario all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, ma si devono saper combinare diverse tecnologie in modo tale da integrare il sistema di fabbrica e le filiere produttive, così da arrivare ad un sistema integrato, connesso in cui macchine, persone
    sistemi informativi collaborano fra loro;
  • le funzioni aziendali non solo devono essere sempre più coese tra loro ma anche con gli operatori economici della catena di fornitura con cui bisogna essere connessi e collaborativi. Trasparenza, visibilità e tracciabilità devono caratterizzare il proprio sistema impresa;
  • è un processo in cui ricerca e produzione possono essere delegati a specialisti, detentori di nuove e robuste competenze, che lavorano interconnessi e in cui la gestione dell’information technology diventa un ibrido tra sistemi in-house e cloud e quindi la cyber security risulta condizione imprescindibile;
  • è un processo end-to-end che parte dalla progettazione, arriva alla distribuzione e riguarda anche il post vendita;
  • è un tema complesso e articolato, che tocca molti aspetti, fra cui forse il più difficile è quello culturale, il modo di essere e di gestire l’impresa.

Industry 4.0 è chiaramente un tema molto ampio e multidisciplinare che trova il suo fulcro nella digitalizzazione dei processi e nella rilevazione e utilizzo dei dati di processo e gestione. E’ proprio nella gestione della fabbrica che parlando di integrazione delle filiere produttive e delle catene di fornitura, non può essere trascurata la sicurezza degli impianti e delle attrezzature, la loro adeguatezza all’uso e la qualità generata ed erogata, nel rispetto delle normative vigenti, tutti elementi che di fatto introdurrebbero il concetto di sostenibilità; quest’ultimo tema è estremamente vasto e complesso che merita di essere trattato separatamente in una  successiva occasione.

Diventare un’azienda intelligente significa consapevolezza di dover cambiare e in alcuni casi di dover ridisegnare l’impresa. È una trasformazione culturale e gestionale che coinvolge tutto il personale a partire dai responsabili. È un progetto di lungo termine che implica un processo modulare di innovazione sistematica correlato agli obiettivi che si intendono perseguire.

La trasformazione a cui stiamo andando incontro è difficile, ma necessaria, è un cambiamento profondo e pervasivo. Questo vale ancor più se si vuole cogliere l’invito ad usufruire di quegli sgravi fiscali che oggi il Governo mette a disposizione dell’imprenditoria Italiana (l’auspicio è che si possano continuare ad avere anche nel prossimo e futuro “domani”). Non ci sono soluzioni precostituite o come evidenziato già da tempo in paesi Europei più avanti sul processo di digitalizzazione delle proprie aziende, non esiste una soluzione standard valida per ogni impresa.

Con questa breve memoria mi piacerebbe immaginare che colleghi interessati all’argomento possano essere coinvolti in UDICER/NAUTITEST per stimolare alcuni confronti partendo dalla convinzione che esistono delle interessanti opportunità/sfide a cui sono certo si saprà far fronte.

Bisogna cogliere la valenza del portare in “fabbrica” un messaggio che richiami ed evidenzi quanto il parlare di Industry 4.0 e degli eventuali benefici fiscali derivanti, siano aspetti di un unico processo di cambio nei paradigmi che porta l’impresa a rivedere il proprio Sistema Aziendale.

Comprare impianti o macchinari che qualcuno indica “già in compliance con l’I4.0” e interconnetterli per poi dire che “va tutto bene” per poter beneficiare dell’iperammortamento o del superammortamento, non è sufficiente!

Parlare di Dossieraggio Tecnico necessario per dimostrare la “bontà” della soluzione adottata affinché le perizie o le attestazione susseguenti validino quanto implementato, è un aspetto importante e non è affatto una banalità!

Supportare l’azienda che sta acquistando un impianto, affinché nel capitolato o contratto d’acquisto esistano già dei richiami puntuali ad aspetti determinanti per la rispondenza all’I4.0, è un altro valore per nulla trascurabile!

L’adeguatezza all’uso del bene una volta installato in fabbrica e la appropriata formazione degli addetti all’utilizzo dello stesso, nel rispetto del sistema regolamentato e normato presente, non sono affatto elementi secondari!

Andando avanti di questo passo si potrebbe prolungare e non di poco, l’elenco degli aspetti che si dovrebbero considerare.

Non volendo andare oltre, rimanderei a prossimi momenti di approfondimento, con possibili testimonianze di esperienze dirette di professionisti e rappresentanti di imprese, che sulla materia stanno già lavorando e che hanno in comune l’idea che: per affrontare l’I4.0 è necessario condividere un modello di approccio  multidisciplinare e modulato in relazione alle caratteristiche dei prodotti realizzati, al tipo di produzioni adottate e alla complessità dei processi produttivi gestiti e di cui sopra sono stati riportati sinteticamente solo alcuni concetti.

In attesa di ritornare sull’argomento, propongo di seguito alcuni passi delle Linea Guida del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Agenzia dell’Entrate [Circolare N.4/E del 30/03/2017] che con i vari interpelli e conseguenti risposte sono state una pietra miliare e di sicuro interesse per le imprese.

Tra i più importanti richiami si evidenziano i passi in cui si sancisce che si devono ridurre:

… i costi e gli sprechi, aumentare l’affidabilità dei sistemi produttivi e della qualità resa …

… i consumi energetici e l’uso di materie prime, le emissioni, con conseguente riduzione dell’impatto ambientale

Si deve anche garantire:

… sicurezza attraverso una migliore interazione e agilità di interfaccia uomo-macchina che renda possibile una significativa riduzione di errori e infortuni, un miglioramento della sicurezza! …

… sistemi di produzione che supportano e assistono gli operatori nello svolgimento delle loro mansioni portando ad una riduzione dello stress lavoro-correlato e al superamento di alcuni limiti in termini di disponibilità di personale già adeguatamente formato, di invecchiamento della forza lavoro, di integrazione di lavoratori con disabilità, ….
… il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica «4.0».

Inoltre l’impresa deve preoccuparsi di:
… produrre una dichiarazione resa dal legale rappresentante…
… una perizia tecnica giurata rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali ovvero un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato …

… poter fruire dei benefìci dell’iper ammortamento e della maggiorazione relativa ai beni immateriali,  garantendo, anche tramite formale attestazione, il soddisfacimento dei requisiti di legge; inoltre, è opportuno che la perizia/attestazione di conformità sia corredata di un’analisi tecnica.

Attenzione: gli operatori di mercato che si occupano di contribuire alla conformità del sistema impresa ai vari adempimenti devono sforzarsi e lavorare tutti insieme per convincere l’imprenditore che va mitigato, nel limite del possibile, il rischio che un domani possa venire messo in discussione quanto fatto per il proprio investimento!